Silvio Tasselli - Articoli - I Middle East Commandos durante la campagna in A.O.I.
Pubblicato su "Storia & Battaglie" - N. 15 giugno 2002

Dal porto di Alessandria il 9 dicembre 1940 parte la bettolina "X39", con a bordo un distaccamento di 64 raiders del "51st Middle East Commando" al comando del Capit. Henry S. Frost (The Cheshire Regiment), per un attacco a Bardia. L'operazione si svolge in due fasi: inizialmente viene effettuata una sosta a Marsa Matruh per portare rifornimenti e munizioni alla 7a Divisione Corazzata "Topi del Deserto" impegnata verso Sidi Barrani; successivamente è programmato uno sbarco a Bardia per portare scompiglio nelle retrovie italo-tedesche.
Il giorno successivo a bordo del cacciatorpediniere HEREWARD, sempre da Alessandria, parte un secondo scaglione. Questo distaccamento è formato da quattro ufficiali e trentanove uomini al comando del Ten. Col. Henry J. Cator, comandante dell'unità.
Lo scopo di questa seconda unità, denominata CATOR, è sbarcare a Buq-Buq nella baia di Sollum, 25 miglia dietro le linee italiane e sabotare l'acquedotto che corre tra Sidi Barrani e la Ridotta Capuzzo.
Dopo due tentativi falliti di scendere a terra, il mare cattivo ed il vento impetuoso sconsigliano di proseguire nell'azione. Viene dato l'alt all'operazione, e dopo una serie di cannoneggiamenti si decide di rientrare alla base.
Incomincia così il periodo operativo del 51st Middle East Commando, la prima ed ultima unità combattente dell'esercito inglese formata da arabi ed ebrei.
29 giugno 1940, su proposta del Col. Adrian Simpson, viene dato l'incarico al Magg. George A.D. Young, ufficiale del genio (Sapper) e già vice-comandante del MIR (Military Intelligence Research) nel Medio Oriente, di formare le basi per la costituzione di Commandos nel Medio Oriente. Il Col. A. Simpson era stato uno dei fondatori del MIR presso il Gabinetto di Guerra a Londra unitamente al Ten. Col. Joe Holland ed al Col. Sir Colin Gubbins, che sarà più tardi fondatore e capo del SOE (Special Operations Executive).
Le operazioni così dette "irregolari" erano allora sotto il controllo e la responsabilità del MIR che era una sezione del Gabinetto di Guerra, ma essendo il teatro di guerra molto vasto fu creato un MIR anche presso il Quartiere Generale al Cairo. L'incarico di organizzare anche in Medio Oriente "operazioni irregolari" viene dato al Col. Simpson, che divenendo così responsabile dei "Corpi formati da irregolari nativi nei territori sotto il controllo dell'Asse", chiama il 6 luglio come suo vice il capitano Henry Fox-Davies (Durhan Light Infantry).
Questi nel 1934 durante le manovre annuali aveva già proposto al suo comandante di distruggere "il cervello avversario", cioè colpire il comando nemico con una classica operazione di guerriglia.
È così che a fine giugno '40 nasce il "LRDG" (Long Range Desert Group) sotto il controllo del MIR. Successivamente nell'ottobre, si formano il "Lybian Arab Force" (LAF) al comando del Col. D.G. Bromilow e infine in agosto, ottobre, novembre 1940 si formano rispettivamente 50°, 51°, 52° Middle East Commando.
Il primo M.E. Commando a costituirsi è il 50°, di cui è prevista una forza di 376 uomini di tutti i gradi così suddivisi:
- I Quartiere Generale (comando);
- 3 Troops operative, ciascuna su 4 Sezioni.
La sezione era composta da un ufficiale e 25 uomini. Inoltre, al livello di Troop sono previsti, un ufficiale medico, tre infermieri, un sergente armaiolo e due interpreti.
Presso il LRDG i requisiti principali del personale devono essere principalmente tecnici, mentre per i commandos si predilige il personale che provenga da reparti di fanteria.
Ogni battaglione poteva fornire non più di due ufficiali e otto uomini, avendo cura che non possedessero alcuna specializzazione del genio o dei corpi corazzati. I volontari che si proponevano erano più numerosi della bisogna. Un altro problema era la mancanza dei necessari equipaggiamenti.
Viene stabilito che il corso d'addestramento debba avere la durata di sei settimane e si svolga a Geneifa vicino ai Laghi Amari sul Canale di Suez.
Dovendo questi corsi essere completamente indipendenti da quelli in atto in Gran Bretagna, viene assunto il numero 50 per il primo, in modo d'avere un ampio margine di numeri disponibili in previsione della costituzione di altre future unità in madrepatria.
La zona della base di Geneifa era situata in posizione ideale per un addestramento specializzato, soprattutto per preparare sbarchi e poter manovrare con battelli in acque tranquille. Dietro il campo si stendeva un'immensa area desertica, sabbia, cespugli radi, collinette ed anche qualche roccia dove potevano essere praticate le demolizioni.
Una serie di esercizi fisici e tattici potevano essere svolti nell'area di Geneifa. Lunghe e faticose marce con tutto l'equipaggiamento erano una pratica quotidiana e, come prova d'ammissione, si dovevano percorrere 30 miglia nelle 24 ore per tre giorni consecutivi.
Per questo tipo di cross-country veniva fornita una sufficiente quantità di cibo e di acqua ed ognuno doveva auto-regolarsi.
Il personale veniva dotato di scarponi risuolati con gomma prelevata da scarti di pneumatici. La prova finale consisteva nel partire affardellati da Geneifa a piedi, raggiungere Porto Suez, imbarcarsi sull'ABV SAGGITA, effettuare uno sbarco sulla costa del Mar Rosso e rientrare a piedi fino alla base di partenza.
I M.E. Commando seguivano gli stessi programmi dei loro compagni in Inghilterra, in più dovevano imparare a cavalcare i cammelli, sopravvivere con poca acqua, fare marce forzate in pieno deserto.
L' addestramento non era però uniforme perché ogni comandante dava un' impronta personale alla propria unità.
Per l'alimentazione fu introdotta la "South African Biltong", carne seccata al sole che era stata utilizzata 40 anni prima dai Commandos Boeri, ma non riscosse successo. Furono fissate delle razioni giornaliere che consistevano in: 170 g di manzo in scatola, 114 g di datteri, 57 g di riso, 57 g di zucchero, 9,5 g di té, 114 g di biscotti, due pacchetti di chewing-gum, 4 limoni, la normale borraccia piena d'acqua, pasticche di vitamine, e alle sentinelle veniva fornita della benzedrina (anfetamina).
I M.E. Commandos adotteranno come copricapo il caratteristico cappello floscio all'australiana, il famoso "bush hat", con il fregio a forma di un "Knuckle-duster dagger" e il medesimo pugnale come arma bianca, un'idea nata dall'aver visto un modello simile presso il "Police Museum" del Cairo.
Questa arma fu dapprima provata su una carcassa di bue al Deposito di Abbasia (Egitto) del R.A.S.C. (Royal Army Service Corps). Altre armi in dotazione furono: per gli ufficiali le pistole Webley & Scott MkVI o Enfield N. 2 Mark I, per i sottufficiali il mitra Thompson con caricatore a tamburo, i soldati con il fucile SMLE (Short Magazine LeeEnfield), infine come arma di squadra il fucile mitragliatore Bren Mark I.
I colleghi in patria ebbero invece il basco verde e come pugnale il famoso stiletto "F-S" (Fairbairn-Sykes) chiamato anche "Fanny".
Si pensò di formare anche il 53° M.E. Commando ma si rinunciò poi per mancanza di materiali ed equipaggiamenti.
Si ipotizzò pure di costituire anche tre "Indian Commando" formati rispettivamente da Gurkhas, Pathans e Mussulmani del Punjab; venne presa in considerazione anche la formazione di un Commando polacco, con le truppe presenti in M.O., ma il progetto incontrò l'opposizione del generale Sikorski (a quel tempo comandante in capo delle forze polacche in esilio), il quale rispose che la Polonia non era ancora in guerra con l'Italia.
Alla fine fu anche creato un Deposito del Personale dei Commandos il 25 gennaio ‘41, posto sotto il comando del Mag. D.W. Melville M.C.
lI 23 luglio 1940 Churchill, come Primo Ministro e Capo del Gabinetto di Guerra, volle che si intensificassero le azioni dei Commandos, e di conseguenza partirono direttive ai comandi periferici fino ad arrivare in Egitto.
Il 15 ottobre 1940 si costituisce ufficialmente a Sarafand (Palestina) il 51 st Middle East Commando, che prende origine dalla "lst Palestinian Company dell'Auxiliary Military Pioneers Corps" (AMPC), che si era precedentemente formata ai primi di gennaio 1940 a Sarafand con circa 650 uomini di cui tre quarti ebrei ed un quarto arabi.
Gli ebrei erano in maggioranza nati in Palestina, ma tra loro vi erano anche quelli provenienti dall'Europa con 11 nazionalità europee diverse (polacchi, cechi, russi, bulgari, rumeni, austriaci, tedeschi, spagnoli, portoghesi, un lituano e un apolide) mentre gli arabi erano originari del Sudan, Egitto, Iraq, Palestina, Sinai; erano presenti anche dei Circassi del Caucaso e Drusi del Libano e della Siria. La compagnia viene formata dal Ten. Henry J. Cator M.C. "Kid" (chiamato così per il suo aspetto giovanile) del ROYAL SCOTS GREYS (Yeomanry) a quel tempo il tenente più anziano del reparto di cavalleria, ufficiale della riserva già combattente della 10 Guerra Mondiale, agricoltore nella vita civile.
Costituita la compagnia, Cator è promosso Capitano.
I compiti sono prettamente civili, come la riparazione di strade, manufatti, insomma si tratta della classica compagnia del genio zappatori.
Il reparto è composto inizialmente per metà da ebrei e per metà da arabi, inquadrati in plotoni separati.
L'unità viene ispezionata il 20 febbraio ‘40 ad Haifa, e s'imbarcherà due giorni dopo per la Francia arrivando a Marsiglia il 29 febbraio. Alla partenza per la Francia Cator è promosso maggiore.
La compagnia, denominata "401° Palestinian Company" (AMPC), dopo la disastrosa campagna di Francia riuscirà a reimbarcarsi a Dunkerque per ritrovarsi acquartierata in Inghilterra in attesa di un impiego.
Avendo buone relazioni con la famiglia reale in quanto la sua proprietà confinava con quella di Sandrigham (Norfolk) dove è situata la casa di campagna dei reali inglesi, Cator riesce ad ottenere il ritorno in Medio Oriente.
Gli viene dato l'incarico di convertire la compagnia fatta di lavoratori in un Commando vero e proprio. Selezionato il personale presente, immessi altri 300 palestinesi (arabi ed ebrei, tutto personale volontario), in settembre sono pronti ed assumono il nome di 5lslM.E. Commando; il 50th M.E. si era costituito da appena un paio di mesi. Durante le prove di selezione la Sezione del Tenente Jan Lapraik dei "Cameronians" (ottimo atleta), compì 50 miglia tra rocce e colline nel Jebel in 15 ore e 45 minuti e fu la più veloce. Malgrado i suoi 40 anni compiuti, Cator fece lo stesso percorso in 18 ore.
Cator è anche un tipo molto originale, con la mania della forza fisica: tutte le mattine prima del classico breakfast sottopone chi gli capita sottomano a tre rounds di pugilato. Cator rimarrà ferito molto gravemente alle gambe sul Monte Samanna (Eritrea) e sarà rimpiazzato dal suo vice, il Mag. C.D.O. Miller "Gertie" (100 Hussar); altri ufficiali sportivi erano presenti nell'Unità. Il comandante di Troop Cap. Philip Keymer M.C. ed il Ten. Douglas Lowe sono considerati ottimi giocatori di rugby, il Capit. S.Frost (Cheshire Regiment) pure lui ottimo atleta, morirà in combattimento guadagnandosi la "Victoria Cross". Ad arrivare per primo in zona d'operazioni per l'offensiva inglese contro le truppe italiane in Africa Orientale fu il 52° M.E. Commando che si era costituito il 2 novembre 1940 a Geneifa (Egitto).
L'unità arriva il 10 gennaio 1941 a Gedaref (Sudan) dopo neanche due mesi dalla costituzione.
Fin dai primi momenti sorgono i primi grossi contrattempi e il Ten. Col. Henry E. Fox-Davies comandante dell'unità si ammala venendo rimpiazzato dal Ten.Col. G.A.D. Young. Appena acquartieratesi a Gedaref, e prima di ripartire per la prima linea, furono concesse 36 ore di libera uscita, e qui incominciarono i primi guai: agli uomini era stato pagato il soldo, e questo fu un grave errore.
Alcuni tra gli spiriti più turbolenti pensano bene di ubriacarsi, altri finiscono nei bordelli africani e due uomini per questioni di donne sono accoltellati dai locali, altri infine per l'appello vengono recuperati dalla polizia militare.
Entrati in linea il 22 gennaio, un soldato gettando il fucile si rende colpevole di viltà di fronte al nemico.
Dopo successive prove negative, e dopo alcuni tentennamenti, il 30 gennaio il comando dà l'ordine di rimandare a Geneifa 26 uomini indesiderabili, rei di cattiva condotta, e 18 ritenuti non più idonei al servizio.
Il reparto era formato da volontari e guidato da ufficiali, non sempre validi ma per lo più di mediocre o scarsa professionalità. Infatti nessun reggimento da cui provenivano avrebbe rinunciato ai migliori elementi, ma era favorita l'uscita dei peggiori. La fretta poi di preparare una terza unità non aveva consentito le solite accurate selezioni.
Il 52° ME. Commando aggregato alla 9° Brigata di fanteria della 5a Divisione Indiana, al comando del Gen. di Brigata A.G.O.M. Mayne, fu poco e male utilizzato, i suoi uomini furono indeboliti e falcidiati dalle febbri malariche e dalla dissenteria; 60 di loro accusarono febbri malariche. Questa fu la causa finale del ritiro dalla zona d'operazioni. Il 7 febbraio li troviamo accantonati a Cassala e da lì il 4 marzo rientrano al Tahag Camp (Cairo) dove sono inviati in licenza per una settimana.
Il reparto già nato sottoforza rispetto agli standard previsti, subisce la fusione con il 50° M.E. Commando, formando così il Battaglione "D" del Layforce.
In sostituzione del '52° M.E. Commando" era stato allertato il '51° M.E.Commando", ritenuto molto efficiente e preparato. Il 24 gennaio l'unità parte da Suez per Port Sudan a bordo del trasporto-truppe DUNERA.
Il 30 gennaio è posto il campo a Gedaref e gli uomini, dopo essersi acclimatati, sistemate le difese del campo e presa conoscenza della zona, dopo tre settimane entrano in linea. Aggregati alla 4a Divisione di fanteria Indiana del Magg. Generale Sir Noel M. de la P. Beresford-Peirse D.S.O. il 21
febbraio il 51° MEC muove verso Cassala con automezzi di un reparto sudafricano proseguendo poi verso Cheren. Dopo aver fatto da punta di lancia alla divisione indiana, conquistando pozzi d'acqua, un centinaio di uomini, requisiti una dozzina di cammelli agli eritrei, con una marcia di 16 km. aggira le posizioni italiane portandosi alla Quota 1702, una piccola vetta vicino al Monte Samanna. Preparato il campo, durante la notte del 25 febbraio, una pattuglia attacca il Monte Beit Gabru ma dopo un violento corpo a corpo sono respinti.
Sulle prime il comando italiano pensa di trovarsi a combattere con truppe australiane; per via del loro cappello a cencio, classico copricapo australiano.
La strenua difesa italiana ed il fuoco incrociato costringono il 10 marzo gli uomini del 51° MEC ad arretrare su posizioni più sicure.
Durante la ritirata verso Kilo, il Capit. Henry Frost ed il suo troop incappano in una posizione italiana molto ben difesa, subiscono gravi perdite e lo stesso Frost cade sul campo, verrà decorato con la Victoria Cross.
Il 23 marzo, ritenuta la data della battaglia finale per la conquista del Monte Samanna, Cator rimane gravemente ferito alle gambe e si contano molti morti e feriti da ambo le parti. Tra le truppe italiane 1000 uomini tra nazionali e coloniali sono catturati.
Il 51° MEC per l'occasione viene aggregato alla 5 Brigata di fanteria indiana del Generale di Brigata W.L. Lloyd, ed inquadrato unitamente al 4/11 Sikhs ed al 3/1 Punjabis.
Più tardi questa "Gang di Thoughs" si coprirà di gloria ad Amba Alagi (così è riportato sul libro "Tiger Strikes").
Ciò è molto significativo in quanto l'opera è stata preparata e scritta dall'ufficio storico indiano.
Quattro giorni dopo il 51° MEC entra con i primi a Cheren; la colonna è guidata dal Generale Sir Louis M. Heath, che promosso al grado superiore, sarà poi inviato nella penisola di Malacca dove verrà catturato dai giapponesi; Richard Dimbleby, corrispondente di guerra scriverà un articolo sull'occupazione della città.
Il Magg. C.D.O. Miller ‘Gertie' (100 Hussar), promosso Ten. Col., assume il comando dell'unità dopo il ferimento di Cator e il 29 aprile con i suoi raiders occupa una importante posizione al Passo Falagà.
In questi scontri il raider Aryeh Schay a colpi di pugnale uccide una sentinella.
Inseriti nella "Fletcher Force" del Ten.Col. B.C. Fletcher unitamente agli Skinner's Horse, un reparto motocorazzato,
ed a una compagnia del 3° Btg. del 12° Frontier Force Regiment, il 10 maggio sono al Passo Togò.
Il Passo Falagà ha la profondità di 1 km. circa, la parte settentrionale è chiamata Passo Togò, quella meridionale costituisce il Passo Falagà.
Dopo aspri combattimenti la Fletcher Force riesce a conquistare il Passo, le perdite tra le truppe italiane ammontano a:
- Ufficiali : Morti 5 feriti 10;
- Sottuff. e truppa : 39, 84;
- Coloniali : " 77,118.
La collina, prospiciente al Passo, conquistata dal 510 MEC sarà chiamata "Commando Hill".
Il Forte Toselli, 2 km. a sud-ovest dall'Amba Alagi è raggiunto e attaccato il 15 maggio, dopo aver superato Castle Ridge, dal 51° MEC e dal 1° Btg. "The Worchestershire Regiment" più una batteria sudafricana di cannoni medi. Dopo alterni contrassalti il forte si arrende. A questa azione partecipa anche la "Gideon Force" del Ten.Col. Orde Charles Wingate che il 5 maggio era entrato ad Addis Abeba alla testa della sua unità su un cavallo bianco di proprietà dell'imperatore Ailè Selassiè.
La caduta del Forte Toselli favorisce la conquista dell'Amba Alagi che s'arrende il 19 maggio.
Alla sfilata per rendere gli onori al Duca d'Aosta ed ai suoi soldati partecipa anche una piccola rappresentanza del 51° MEC.
Passato un breve periodo di riposo, il 26 giugno il 51° MEC è impiegato al Volchefit Pass, un passo a nord di Gondar; l'unità aggregata alla colonna "Necol" unitamente al 2° Motor Machine-gun, cerca di forzare il passo ma invano. Passati in riserva ad Adi Ugri, durante questo periodo di riposo il 51° MEC cerca di riorganizzarsi ma non ottenendo rincalzi, alla fine di settembre si trasferisce ad Adua.
Nel suo articolo "Dietro la maschera di Corto Maltese", Cernuschi menziona impropriamente quanto segue: "alcuni ufficiali palestinesi del 51° Commando che ancora stavano cercando di reclutare un Troop italiano".
Pratt nei suoi racconti dove mescola realtà e fantasia, scrive del Col. Vladimir Peniakoff ‘Popski', comandante del P.P.A. (Popski Private Army), come reparto della Brigata Ebraica; lo stesso Pratt, in un fotomontaggio, vestito con una divisa inglese con tanto di nastrini di medaglie e di campagne, si fa credere ufficiale interprete presso l'Armata Privata di 'Popski'.
La Gran Bretagna, come norma consolidata nei secoli, nei suoi reparti coloniali aveva sempre utilizzato ufficiali inglesi della madrepatria o europei delle colonie, inoltre non risulta da nessuna documentazione che ci fu un tentativo di creare in quell'area un Troop italiano.
Finita la campagna in Etiopia, prima della conquista di Gondar, il 51° MEC rientra in ottobre a Kassessini in Egitto, dove nei primi mesi del 1942 si scioglierà.
Molti uomini entreranno a far parte dei Troop 4 e 5 dei nuovi Middle East Commando ed altri in unità che si stavano costituendo e ampliando in quel periodo (SIG - SAS- ecc.). Sulla vecchia strada che da Tel Aviv conduce a Gerusalemme, in una località chiamata "Volunteer Forest", c'è un monumento con una targa in bronzo che testimonia le gesta del "Palestine Commando".


01
Fregi e distintivi dei Middle East Commando

02
M.E. Commando sul Grande lago Amaro (Egitto) in addestramento allo sbarco.

03
Il raider Maurice Tiefenbrunner del 51st M.E. Commando - Palestina 1941

04
La squadra di Moshe Amir, Egitto 1941, in partenza per l'Etiopia. Tutti sono dotati di casco ed elmetto.

05
Alcuni raiders con una zattera di fortuna attraversano il Sweet River Canal (Egitto)

06
Il Lance/Caporal (soldato scelto) Israel Viernich su una moto "B.S.A.", Eritrea 1941.

07
Il Caporale Moshe Amir ed il Lance/Caporal Israel Viernich a Geneifa (Egitto) 1940.

08
Aryeh Shay (a destra) ed un collega in Sudan, si può notare appeso al cinturone il classico pugnale dei M.E. Commandos.

09
Moshe Amir nel periodo dell'addestramento a Geneifa (Egitto) 1940.

10
Raiders dei Middle East Commando, si può notare sul berretto dei tre soldati il distintivo dei Middle East Commando il famoso "Knuckle-duster", emblema dell'unità.

11
Particolare di un piroscafo affondato nel porto di Massaua (Eritrea) 1941.

12
Il porto di Massaua (Eritrea) 45 unità affondate per non farle cadere in mano inglese - 1941

13
Il pugnale "Fanny" in dotazione ai Commandos britannici